Ma cosa fa il surfista quando non ci sono onde e vento e il richiamo del mare è più forte di qualsiasi cosa? Va al mare e fa per una volta “la vita da pensionato”. Ogni tanto, tra le nostre avventure capita, raramente, di fermarci e rilassarci, per fortuna mia e per grande disagio di Nick, che vorrebbe sempre essere sul pezzo. In realtà, siamo dei sensibiloni e i nostri amici del Lago di Garda, che non vediamo dall’autunno scorso, hanno organizzato un weekend al mare e abbiamo veramente voglia di vederli e passare un po’ di tempo in loro compagnia.
Partiamo giovedì sera direzione: Lidi Ferraresi. Per la precisione, Porto Garibaldi. Arriviamo la sera tardi, giusto il tempo di trovare un ottimo parcheggio per dormire, grazie a Caramaps che ci ha indirizzato, e grazie al fatto che arrivati alle coordinate ci siamo trovati davanti un enorme spiazzo pieno di camper di ogni tipo e dimensione. Nessun dubbio, stasera dormiamo qui.
La mattina seguente, dopo una colazione leggera a base di french toast dopo aver avuto a che fare con il “camperista che nessun camperista vorrebbe a fianco”: colui che utilizza il generatore a qualsiasi ora del giorno e della notte (fortunatamente la notte non ce n’è stato bisogno), abbiamo fatto una bellissima passeggiata in spiaggia, fino al canale. Dove ci siamo gustati un caffè guardando i pescatori che rientrano alla base dopo una nottata passata in mezzo al mare, scopriamo quasi troppo tardi che i pescherecci attraccavano li vicino e che esponevano il loro pescato proprio sulla banchina del canale. Abbiamo trovato dei gamberoni fantastici e abbiamo deciso che quello sarebbe stato il nostro pranzo, annaffiato da una fresca bottiglia di vino bianco fermo. Non è affatto male la vita da pensionato! Da bravi anzianotti ci siamo sparati un riposino pomeridiano e siamo tornati alla spiaggia per fare un bagnetto nell’acqua colore verde smeraldo. Verde militare forse è il colore più corretto. Diciamo che il mare non è il punto forte dei lidi ferraresi, hanno tante altre buonissime qualità! Per aspettare la cena ci siamo allenati: Nick si è fatto una corsetta di 10 km nei dintorni della spiaggia, io, purtroppo, ferita al piede doppiamente (N.B. mai andare in skate a piedi nudi, soprattutto se non siete esperti) mi sono dilettata con due workout di crossfit. Prima il dovere e poi il piacere…. Infatti la sera siamo andati a mangiare il miglior fritto che io abbia mai mangiato in un localino di fianco al canale. OTTIMO!




Ci ritroviamo dopo tanto tempo con i nostri amici ed è sempre un piacere sentirli sparare una marea di cagate al secondo. Sono fantastici! Nick gli vuole bene e io pure. Il giorno del grande giro in barca è arrivato! Delta del Po arrivano “quei de Torbole”! Chiamati così perché la compagnia è nata a Torbole, baciati dal lago di Garda, forgiati dal windsurf, dai giri in MTB e dalla baldoria post sport, tutti ovviamente wild: furgonati, camperisti, solo auto o tende. Oggi l’unico sport sarà quello di partire dal parcheggio del camper e arrivare alla barca e ritorno. Ma ci divertiremo, ne sono sicura.
Arriviamo alla motonave “Albatros”, e ci sistemiamo nelle nostre postazioni, e salpiamo. Io ho un debole per i viaggi itineranti questo è certo e viaggiare su una barca mi ha sempre affascinato. Diciamo che questo tipo di barca non ha tutto l’allure di una barca a vela ma mi accontento. Ho la possibilità di testare anche la mia nuova ottica Tamron e testarmi soprattutto come fotografa super amatoriale. La nave salpa alle 9/9:30 e si dirige verso nord, si passano i lidi ancora poco affollati fino ad arrivare al lido di Volano, dove scompare il turismo tipico della riviera romagnola e il paesaggio è molto più selvaggio. Passiamo nella Sacca di Goro, una grande secca profonda meno di un metro in alcuni punti, dove si trovano allevamenti di vongole veraci. Arriviamo poi alla foce del Po di Volano, il ramo più a sud del delta. Costeggiamo l’Isola dell’Amore (Scanno di Goro), lembo di spiaggia lungo 8 km con il suo romantico farò ed entriamo nel grande fiume. Il Po di Goro separa Veneto e Emilia Romagna e colpisce per i suoi canneti e l’incontro tra le due acque quella dolce del fiume e quella salata del mare. Si incontrano senza mischiarsi, lo si vede anche ad occhio nudo, i cigni fanno il bagno, una grande quantità di gabbiani ci svolazza intorno. Interessante vedere come ambiente marino e fluviale si uniscono. Ritorniamo all’Isola dell’Amore, circumnavigando un isoletta fluviale, per fare una sosta bagno. Sbarchiamo e ci facciamo strada in un sentiero ancora poco battuto (causa Covid), che ha reso il tutto più avventuroso! Leggendo commenti e esperienze varie sui vari siti, tutti raccontano l’arrivo su questa spiaggia come un’esperienza addirittura mistica, emozionante, che rimane impressa nella memoria. L’unica cosa che mi è rimasto nella memoria non è la spiaggia di sabbia bianca, contornata da una flora rigogliosa, piena di tronchi d’alberi portati al mare dalla corrente del fiume e levigati dalla forza dell’acqua. Ho visto, per l’ennesima volta, la mano dell’uomo che distrugge: oltre infatti a tantissimi alberi dalle forme tortuose e bellissimi, tantissima spazzatura, bottiglie di plastica, vetri rotti, addirittura una lavatrice e un frigo. Ho fatto il bagno e sono tornata alla barca con un po’ di amaro in bocca. Abbiamo pranzato a bordo della motonave degli squisiti piatti cucinati dal cuoco e proprietario con la moglie della motonave. Ci allontaniamo dalla foce del Po e facciamo ritorno alla base, il vino mi ha fatto dimenticare per un attimo lo spettacolo della spiaggia, i gabbiani ci inseguono e danno spettacolo attirati dal cuoco che sta gettando a loro un po’ di pane rimasto dal pranzo e noi iniziamo a danzare sulle note delle canzoni anni 80/90. Sulle note di “Non succederà più” torniamo al Porto. Che sia un segno?!





























(Parcheggio Porto Garibaldi: viale Alfonso La Marmora 45, 44029 Porto Garibaldi)
(Friggitoria El Puerto, Via Caduti del Mare, 64, 44029 Porto Garibaldi)
(Motonave Albatros https://www.motonavealbatros.it/it/)