Buon Natale! (Sardegna parte 2)

Alla Ciaccia abbiamo passato la nostra seconda Vigilia di Natale insieme. Come l’anno scorso abbiamo fatto un menù di pesce. Almeno una tradizione l’abbiamo rispettata! Ma questa volta il panettone l’abbiamo portato da casa… Mai comperare un panettone in un supermercato sardo, lo pagherai come oro!

Il menù prevede: antipasto di mare, insalata di polipo, tortiglioni ai frutti di mare e gamberi, insalata e panettone originale al cioccolato, il tutto innaffiato da ottimo prosecco. Ubriachi, abbiamo scartato i regali di Natale (in realtà io il mio regalo di Natale l’avevo nel garage del camper: un sup gonfiabile tutto per me). Abbiamo ballato e cantato canzoni di Natale, ci siamo goduti la bella serata e ubriachi ci siamo addormentati. Adoro passare del tempo con Nick e adoro passarlo nella nostra casa su ruote. Cos’ha una casina di pochi mq rispetto a una grande e dispersiva? Adoro stare vicino a Nick, adoro sfiorarlo o anche solo incrociare il suo sguardo. In camper questa cosa avviene praticamente ogni volta che ci si sposta e che si fa qualcosa. In casa è tutto più distante, più dispersivo. Io sono sul divano a leggere, lui sul tavolo a disegnare e i nostri occhi non si incrociano mai, le nostre dita non si sfiorano ed è tutto così insipido. Vivere la vita in camper è saporito, invece, colorato e vivace. Intenso.

Il giorno di Natale è passato senza abbuffate e pranzi monumentali, ma in compagnia di un sole primaverile e delle onde. Nick ovviamente, dopo la sessione di windsurf il giorno della Vigilia non si è fatto pregare ed è entrato in acqua per una bella session di surf e io mi sono divertita a guardarlo prendere le onde e a fargli qualche scatto . Sarei potuta entrare anche io ma il tavolato di rocce sotto mi faceva un po’ paura. Sarà per la prossima volta! Avessi il mare davanti a casa tutti i giorni o avessi la possibilità di allenarmi su una tavola da surf ogni mese, sarei molto più tranquilla ad entrare in acqua. Ma qui si vive tra la nebbia e le mie occasioni di entrare in acqua si riducono poche surfate all’anno. Purtroppo.

26 dicembre. Ci si sposta finalmente! La Ciaccia è stupenda ma è un piccolo paesino che d’inverno non offre grandi passatempi serali (bar, pizzerie, un centro per fare passeggiate). Quindi abbiamo voglia di ripartire! Il nostro spirito da zingari non ci fa stare in un posto per più di 72 ore. Abbiamo bisogno di scoprire nuovi posti, di ammirare nuovi panorami, di innamorarci di nuove spiaggie. Partiamo per l’avventura: direzione Porto Ferro, danno ondine e noi non possiamo rinunciare. E questa volta entro anche io! Grazie alla Patty che mi ha spronato ad entrare in acqua! È stato super divertente, ho preso pure delle ondine, io che non pensavo nemmeno di riuscire a salire sul mio tavolone. Poi che acqua, ragazzi! Un azzurro pazzesco, vedevi il fondale, i piedi che penzolano fuori dalla tavola, la sabbia smossa dalla corrente e poi c’era il sole che rendeva il mare ancora più bello. Una giornata fantastica.

In viaggio

È tempo però di ricominciare a seguire il vento e le onde. È sì perché ci spostiamo unicamente in base alle previsioni. Da quando ho iniziato a frequentare Nick ho imparato qualsiasi sito di previsioni e la modalità di studio del vento e della perturbazione. Giuliacci, levati!

Quindi, le previsioni mettono vento a Funtana Meiga… E noi andiamo a Funtana Meiga ad aspettare che il vento entri. Prima di arrivare a Funtana abbiamo fatto una sosta a Sa Mesa Longa ma le condizioni non erano un granché per il surf e ormai era quasi sera. Siamo andati a vedere Capo Mannu, ed abbiamo visto uno degli spot più famosi della Sardegna.

Tra l’altro il paesino di Capo Mannu era deserto, cercavamo un posto per mangiare ma era tutto chiuso. Diciamo che il fatto che fosse Santo Stefano magari non aiutava la causa della cena fuori. Ma noi avevamo finito il cibo, avevamo fatto fuori le riserve e tra una cosa e l’altra ci eravamo dimenticati di fare la spesa. Quindi, avevamo bisogno di un ristorante!! Avevamo fame! Abbiamo cercato su google, su TripAdvisor, the fork e chi ne ha più ne metta un locale aperto ma niente. Alla fine stavamo già assaporando, con la mente, un ricco piatto di pasta in bianco solo olio, niente grana, quando lungo la strada, in un paesino di cui non ricordo nemmeno il nome troviamo una pizzeria! Una pizzeria anni 80issima, avrà avuto una cinquantina (anche meno) di posti a sedere, super rustica e alla fine anche molto buona. Ci stava proprio una serata mondana.

Dopo aver ovviato al problema cibo, ci siamo incamminati con il camper allo spot di Funtana Meiga. Questa volta niente triplice controllo con navigatore, avevamo davanti il capo carovana Valerio che con navigatore cellulare, navigatore per camperisti e mappe cartacee alla mano aveva in mano la situazione. E ci ha risparmiato un bel po’ di litigate sulla strada, perché se la strada non la scelgo io Nick non si può arrabbiare con me…

Siamo arrivati a notte fonda allo spot (le 23 di sera) ma essendo un quartiere che veniva utilizzato solo d’estate eravamo solo noi e pochi sardi venuti al mare a festeggiare il Natale. Adoro il fatto di trovarmi ogni sera un nostro posto nuovo. Di notte non hai grandi punti di riferimento, non hai un idea di dove sei perché non conosci la zona, è tutto buio e in molte occasioni isolato. L’unica cosa che si può fare e andare sotto le copertine, dormire, cullati dal rumore del mare in sottofondo, aspettando di vedere dove il surfista ti ha portato questa volta!

Capo Mannu
Sa Mesa Longa